Pubblicato da Pressreader

 

Libero 21 Nov 2017

Due giorni di eventi per informare su una malattia, il Parkinson, che colpisce circa il 3 per mille della popolazione generale, e l’1 per cento di quella sopra i 65 anni: la seconda patologia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer, che deve il suo nome a un farmacista chirurgo inglese del XIX secolo, James Parkinson, che per primo descrisse gran parte dei sintomi della malattia in un famoso libretto, il “Trattato sulla paralisi agitante”.

Sabato 25 novembre è la giornata nazionale del Parkinson e l’Istituto di Cura e Ricovero a carattere Scientifico (Ircss) San Raffaele Pisana di Roma, come ogni anno ha deciso di mettere a disposizione le proprie competenze e i propri specialisti non solo per le persone che già conoscono gli effetti invalidanti di tale morbo, ma per chiunque desideri saperne di più su questa patologia ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio. In Italia ne soffrono quasi 300mila individui (per la maggior parte maschi), ma i numeri potrebbero addirittura raddoppiare nei prossimi 15 anni.

Si comincia venerdì con un appuntamento promosso dall’Accademia Limpe-Dismov, l’associazione di neurologi che si occupa di disordini del movimento e di parkinsonismi, con il contributo dello studio Barocci, che opera nel settore bancario e dell’intermediazione finanziaria, e il supporto dell’agenzia Ct-Group. Dal- le 18, presso l’Accademia delle Belle Arti di via di Ripetta, il professor Fabrizio Stocchi, direttore dell’èquipe del Centro per lo Studio e la cura del Parkinson dell’Irccs San Raffaele Pisana, introdurrà i lavori. «Portare la conoscenza della malattia al di fuori delle mura degli ospedali, avvicinandosi a chi il Parkinson lo vive in prima persona, che siano pazienti o familiari», spiega Stocchi, «ha un ruolo strategico quanto quello della gestione clinica della malattia». Per il neurologo è importante che ci sia un’esatta conoscenza della patologia. Troppa gente ritiene, sbagliando, che si tratti di un problema solo delle persone anziane. «C’è una visione culturalmente errata, come di una cosa di cui vergognarsi. È necessaria invece una maggiore divulgazione per arrivare a diagnosi precoci, confidando in terapie sempre più efficaci». Venerdì Stocchi illustrerà le novità scientifiche che arrivano dalle ultime conoscenze sul Parkinson e le cure più innovative per chi è affetto dalla malattia. Anche lo sport può fare molto. Infatti, nel corso dell’evento, il prof Natale Santucci, direttore medico aziendale del Gruppo San Raffaele, presenterà il progetto “I Bradirapidi – Parky Touch Rugby”, nato da un’idea di Stefano, Marco e Gaetano, tre pazienti del day hospital neuromotorio dell’istituto di via della Pisana che, da subito, ha deciso di sostenere l’iniziativa. Si tratta di una variante senza contatto del gioco con la palla ovale a cui tutti, nessuno esclu- so, possono partecipare. La disciplina del Parky Touch Rugby mette insieme uomini, donne, bambini e persone con mobilità ridotta, e in poco tempo ha radunato decine di persone portando ai pazienti benefici non solo sul piano clinico, ma anche su quello psicologico e sociale.

La serata del 24 sarà presentata da Tosca D’Aquino e, oltre al convegno, nella sala Colleoni dell’Accademia sarà possibile visitare la mostra “MutAzioni”: opere realizzate dagli studenti delle Belle Arti.

Sabato 25, per chiudere la due giorni di eventi che l’Irccs San Raffaele di Roma dedica alla malattia del Parkinson, presso il poliambulatorio specialistico San Raffaele Termini, l’èquipe del prof Stocchi effettuerà dalle 9,30 alle 12,30 incontri informativi sulla patologia aperti a tutti. Per info www. sanraffaele.it

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