
Uno studio recente ha misurato la quantità di alcuni acidi grassi nel sangue di un gruppo di 38 parkinsoniani (più 33 non-parkinsoniani che fungevano da controlli), ed ha trovato che:
- Una quantità più bassa del normale di alcuni acidi grassi (ALA e LA, vedi poi) e’ associata a difficoltà motorie più importanti.
- Una quantità più alta del normale di alcuni altri acidi grassi e’ associata a sintomi non motori più importanti.
Queste osservazioni, che non dipendono da differenze nella dieta, suggeriscono quindi innanzitutto che il Parkinson può alterare il metabolismo degli acidi grassi.
Gli acidi grassi polinsaturi aiutano, tra le altre cose, a formare la membrana delle cellule del sistema nervoso. Due di questi, l’acido alfa-linoleico (ALA, precursore degli omega-3) e l’acido linoleico (AL, capostipite degli omega-6), non possono essere sintetizzati dal nostro corpo e devono provenire dalla dieta.
Insomma sembra che il cervello di un parkinsoniano consumi più ALA e AL di un cervello non-parkinsoniano.
Purtroppo non si può stabilire una relazione certa di causa-effetto, perché potrebbe darsi che il fatto di avere bassi livelli di ALA e AL induca il Parkinson e non viceversa.
Sono quindi necessari ulteriori dati e ulteriori esperimenti.
In ogni caso, cosa abbiamo imparato di pratico da questo studio? Io ogni mattina ho iniziato a mangiare un paio di kiwi (i frutti, non gli uccelli!) . Aiutano con il transito intestinale e contengono buone quantità di ALA e di LA.
Ah, e non dimenticatevi di recitare il titolo di questo articolo 10 volte ogni mattina: migliorerà la vostra dizione, che e’ un’altra cosa su cui lavorare!